sabato 18 giugno 2016

Un processo in Val di Susa durante il ventennio

Il ventennio ha prodotto una serie infinita di autocelebrazioni. I giornalisti allineati col regime non perdevano occasione di sottolineare il costante valore educativo della cultura fascista sull'animo popolare. L'esempio che segue lo dimostra. In particolare troviamo qui  un' involontaria comicità, frutto di sublime patriottismo, capelli bruciati e pettinatrici diffamate.    

LA STAMPA DELLA SERA - Martedì 8 Gennaio 1936 - Anno XIII
Recede dalla querela perchè l'imputata è orfana di guerra

Un significativo episodio, chiaramente indicativo come il Fascismo abbia elevato nel popolo il sentimento di riconoscenza per i Caduti in guerra e abbia veramente valorizzato il sacrificio del nostri soldati caduti sui campi di battaglia, è avvenuto nell'aula della V° Sezione del nostro Tribunale. Doveva discutersi una interessante causa di diffamazione provocata dalla querela di certa V.S. di 30 anni, pettinatrice a Bruzolo di Susa, contro la ragazza E.A. di 23 anni, pure residente a Bruzolo di Susa. La S. si era querelata perchè la A., nell'estate scorsa le avrebbe attribuito il fatto specifico di non essere esperta nella sua arte, ma di essere solita a bruciare le chiome delle clienti, senza usare differenza di trattamento nè per le capigliature bionde nè per quelle brune, nè per quelle naturali, nè per quelle ossigenate e senza usare riguardo neppure alla condizione delle clienti e cioè sia che fossero residenti nel paese sia che fossero villeggianti. La voce messa in giro dall'A., la quale si sarebbe con varie persone lagnata, secondo quanto espose la S. nella sua querela, che costei le aveva bruciato i capelli, dissuadendo le sue interlocutrici ad affidare le loro teste alla sua concorrente, si sarebbe così diffusa che avrebbe prodotto gravi danni economici alla S. e conseguente... maggior incremento di lavoro ad altre pettinatrici della zona, si che l'interessata, per porre... argine alla voce diffamatoria, dovette disturbare la Giustizia e cioè far promuovere dal Procuratore del Re di Torino, procedura penale contro l'A. per diffamazione. L'istruttoria, complessa, era stata, nei suoi accertamenti, favorevole alla querelante tanto che si era chiusa, come si è detto, col rinvio a giudizio dell'A. davanti al nostro Tribunale. E l'A. comparve dinanzi ai giudici della V Sezione in veste di imputata per rispondere dell'accusa, di cui si era sempre protestata innocente, difesa dall'avv. Baravalle e confortata dalla presenza di varie testi a difesa: la parte lesa era pure animata dalle migliori intenzioni di contendere, poiché era venuta a Torino dal suo paesino con varie testimoni (evidentemente tutte clienti che non avevano avuto le chiome bruciate: ed era pure essa assistita, per costituzione di parte civile, da un patrono, dall'avv. De Marchi. La causa, quindi, si profilava vivace nella discussione: senonchè all'inizio del dibattimento l'intervento autorevole del Presidente e del P.M. e la collaborazione conciliativa dei due patroni, valsero ad indurre le due donne (che da tempo non si rivolgevano la parola) a venire ad un colloquio chiarificatore. Ma se già poteva ritenersi di aver raggiunto molto, ottenendo di porre le due rivali l'una di fronte all'altra e discorrere, senza che si accapigliassero, i presenti si proponevano di ottenere qualcosa di più e cioè un vero disarmo tra le due parti in lizza. Ed alla auspicata pacificazione completa si addivenne perchè quando la querelante apprese, dai documenti che aveva esibito la difesa, che la giovane imputata era un'orfana di guerra, dichiarò con simpatica sincerità, che non intendeva richiedere la condanna di una ragazza il cui padre era morto per la Patria. E poiché l'imputata dichiarò, a sua volta, alla pettinatrice che era spiacente di averle recato dispiaceri e danni, la pacificazione tra le due donne avvenne completa: la S. recedette dalla querela ed il Tribunale pronunziò l'estinzione del reato per remissione di querela. Il simpatico episodio, provocato da un sentimento di deferente simpatia per un'orfana di guerra, fu piacevolmente commentato dal numeroso pubblico che gremiva l'aula e che se ne andò senza manifestare disappunto per la... insoddisfatta curiosità per il processo mancato, edificato invece dal commovente episodio di così evidente significazione morale. 

domenica 12 giugno 2016

In ricordo di Giuseppe Virgili, calciatore.


Presenze silenziose che ci accompagnano a vario titolo per tutta la vita. Da bambino (erano gli anni '50) uno dei miei svaghi principali, oltre al gioco con i soldatini e le automobiline (Dinky e Corgy Toys) era seguire il campionato di calcio. Raccoglievo figurine (le SIDAM che avevi acquistando nei distributori le palline rotonde e colorate di Chewing um) della serie A. La primissima raccolta però fu quella dei dischetti Ferrero, su cui ho pubblicato un post tempo fa.


Le riproduzioni dei calciatori erano alquanto approssimative, a volte leggermente fuori centro. Occuparono però interi pomeriggi dei miei giorni di vacanze estive, Ne possiedo ancora molte, un po' segnate dall'uso e dai molteplici strusciamenti su ogni superficie. Una di queste era appunto di Giuseppe Virgili, con la maglia, allora azzurrina, della Nazionale italiana.
I dischetti sono stati riposti con cura in un album e negli anni, dimenticati. Ora l'annuncio della morte di Virgili mi ha richiamato alla memoria quel tempo lontano della mia infanzia. Mi pare sempre strano, in momenti come questo, pensare che dietro quell'immagine sbiadita stampata su un pezzetto di metallo colorato, ci sia stata una persona che ha vissuto in tutti questi anni una vita reale. Eppure è così...



Virgili già nella prima metà degli anni '50 godeva fama di giocatore ben quotato e ben pagato, come risulta da un trafiletto de La Stampa.

STAMPA SERA Sabato 18 - Domenica 19 Settembre 1954

Virgili: il calciatore pagato più caro. La campagna trasferimenti di quest'estate non ha fatto registrare le favolose cifre pagate invece negli scorsi anni per gii «assi». Il più caro calciatore dell'anno deve essere il giovane Virgili, per il quale la Fiorentina ha versato all'Udinese 57 milioni in contanti più la mezz'ala Beltrandi, che aveva quotazione di circa 25.000.000. Seguono poi Bernardin della Spal all'Inter e Giuliano dal Torino alla Roma quotati entrambi poco più di settanta milioni. 

Due anni prima di morire, nel 2014, Virgili rilasciò un'intervista in cui parlava della sua vita e della sua carriera: vale la pena di ripercorrerla....